La prima grande guerra mondiale sfocia in attacchi senza pietà causando numerose vittime. E’ il caso del R.M.S. Transylvania che, trasportando soldati inglesi nel Mediterraneo, viene colpito dai siluri di un U-Boot (sottomarino tedesco) – una delle innovazioni tecnologiche militari che vengono utilizzati in gran numero per la prima volta in un conflitto, come per l’aviazione – la nave affonderà in poco tempo mietendo molte vittime nella più grande tragedia del Mar Ligure.


La prima guerra mondiale

Il 28 giugno 1914 l’arciduca Francesco Ferdinando, nipote dell’imperatore Francesco Giuseppe e erede al trono dell’impero austro-ungarico, mentre era in visita ufficiale in Bosnia, annesso all’impero asburgico sei anni prima, viene colpito da due colpi di pistola. All’inizio la notizia non riscuote grande risalto internazionale, dovuto ai frequenti precedenti di assassinii di regnanti e leader mondiali. Questi accadimenti non avevano dato brutte conseguenze e la guerra nel continente europeo non accadeva dall’era napoleonica e l’unico conflitto recente fu la guerra franco prussiana del 1870 che durò pochi giorni.

atmosfera pacifica e progressista, ma non troppo…

Il sentimento nella società europea della Belle Epoque era molto positivo, si sperava in una società basata sulla modernità della civiltà europea e la fiducia nel progresso, che avrebbe dovuto sconfiggere il mostro della guerra. Ma non mancavano le profezie di guerre immaginarie che talvolta si rivelarono incredibilmente realistiche.

Altri artisti come i futuristi, fin dal loro primo manifesto del 1909, manifestano la loro invocazione alla guerra come “sola igiene del mondo“.

Ludwig MeidnerAPOKALYPTISCHE LANDSCHAFT (paesaggi apocalittici) – 1912

Già nell’aristocrazia militare e negli alti comandi militari dei paesi europei ci si aspettava un conflitto di grandi proporzioni come mai visto prima, provati dal progresso tecnologico, dalla produzione industriale e dai piani militari già ideati da decenni.

La “quiete” prima della tempesta

Quel periodo, tra la primavera e l’estate del 1914, viene ricordato come una “eccezionale quiete“, come disse Sir Winston Churchill, all’epoca primo lord dell’Ammiragliato. Infatti quasi tutti i governanti europei erano in vacanza quando appresero della notizia dell’attentato all’erede asburgico. Ma pochi giorni dopo già non si pensava all’accaduto ma ai problemi interni di ogni paese. Paradossalmente si stavano migliorando le cooperazioni tra potenze, soprattutto sulle problematiche legate al colonialismo.

L’ultimatum alla Serbia

Il 23 luglio, il governo austro-ungarico inviò l’ultimatum alla Serbia, con il quale si intimava di opprimere qualsiasi forma di nazionalismo serbo anti-austriaco e di far partecipare funzionari asburgici alle indagini sull’omicidio dell’arciduca.

rappresentazione della Serbia contro gli Imperi centrali

I serbi accettano le condizioni tranne l’interferenza nelle indagini perché violerebbe la loro sovranità. Nel mentre la Russia diede parere positivo all’appoggio della Serbia nel caso di guerra. L’alleato tedesco all’impero austro-ungarico inizialmente cerca assicurazione di pace con la Russia.

Il conflitto che nessuno voleva arriva

Il 28 luglio 1914 l’Austria dichiarò guerra alla Serbia. Inizialmente gli intenti di tutti i governanti coinvolti, non erano quelli di trasformare la guerra da marginale ad europea. Lo zar Nicola II inizia la mobilitazione generale dell’esercito costringendo il Kaiser Guglielmo II a fare altrettanto per difendere l’alleato austro-ungarico e i propri confini. Il susseguirsi di ultimatum tra la Russia e la Germania e i loro alleati della Triplice Intesa(Russia-Gran Bretagna-Francia) e Triplice Alleanza (Impero Austro-ungarico, Germania e Italia che rimane neutrale per il fatto che il Trattato era a solo scopo difensivo), porta alla guerra che durerà anni e la quale diverrà totale sotto tutti i punti di vista come mai prima di allora.


La Guerra in mare

la guerra sottomarina tedesca

Prima dello scoppio della guerra le grandi potenze europee iniziarono una vasta corsa agli armamenti che coinvolse anche le flotte armate. La Germania costruì una vasta flotta per pareggiare il divario con la Royal Navy britannica. Nonostante ciò, nel corso della Prima guerra mondiale non ci furono molte battaglie, l’unica e importante fu quello dello Jutland, dove i tedeschi ebbero la meglio e, anche se in svantaggio numerico, arrecò gravi danni agli inglesi ma a livello strategico portò ad un nulla di fatto. Infatti lo scopo era quello di forzare il blocco navale nel Mare del Nord che bloccava la gran parte delle importazioni in Germania, ma non ottenne l’effetto sperato.

Giugno 1919 navi tedesche affondate Copyright: © IWM. Source

La flotta tedesca dopo la battaglia, rimase nei porti e non fu più in grado di forzare il blocco. La flotta della Kaiserliche Marine dopo sporadiche uscite in mare, uscì al completo solo all’armistizio dove fu condotta alla famosa base navale britannica di Scapa Flow e dopo un anno di trattative a Versailles gran parte della flotta decise di autoaffondarsi.

La strategia sottomarina tedesca

La marina tedesca nella guerra utilizzò soprattutto la flotta di sottomarini. In risposta la blocco navale britannico a tutte le navi mercantili nel Mare del Nord, i tedeschi rispondono con un blocco navale della Gran Bretagna. Gli U-Boot tedeschi operarono negli Oceani, soprattutto l’Atlantico, e il Mediterraneo per attaccare non solo navi da guerra nemiche ma anche le navi mercantili neutrali.

L’affondamento del R.M.S. Lusitania

Con il pretesto di sospetto trasporto di armi e materiali di rifornimento per gli Alleati, affonderanno molte navi neutrali. Il 7 maggio 1915, il transatlantico inglese R.M.S. Lusitania viene affondato dal U-20, persero la vita 1.198 passeggeri di cui 128 erano americani, rischiando di coinvolgere gli Stati Uniti nella guerra – in cui entreranno due anni più tardi nel 1917 -. In seguito ad altri incidenti simili e alle dure proteste americane, nell’aprile 1916 il governo tedesco aveva deciso di sospendere la guerra sottomarina indiscriminata, proseguendo la guerra in mare contro la flotta nemica infliggendo gravi perdite in tonnellaggio di naviglio ma facendo rispettare l’ordine di ispezione e perquisire i mercantili sospetti prima del loro affondamento, salvaguardando gli equipaggi.

Manifesto tedesco dei primi mesi del 1917 di Willy Stower. Invita la popolazione a “Versare contributi per i sommergibili”

All’inizio del 1917 la situazione in Germania era difficile: l’opinione pubblica era scontenta dell’andamento della guerra e oppressa dai gravi sacrifici economici e alimentari. La guerra era arrivata all’apice: aspra, sanguinosa e logorante; la soluzione dell’Ammiragliato tedesco fu quello di riprendere l’affondamento “a vista di tutte le navi nemiche e neutrali. Una guerra sottomarina implacabile e disperata nella certezza di poter capovolgere la situazione in soli sei mesi riducendo alla fame la Gran Bretagna e i suoi alleati.


Il Transylvania

Dal 1915 il R.M.S. Transylvania, piroscafo inglese di lusso della compagnia Cunard Line di ben 14.348 tonnellate, è il più importante trasporto truppe degli Alleati nel Mediterraneo. Prima della guerra il transatlantico navigava nella più importante rotta atlantica, la Liverpool – New York, la rotta del Titanic e di tutti i maggiori transatlantici della compagnia britannica, come l’Aquitania, il Lusitania – anch’esso affondato da un sommergibile tedesco – e il Mauritania.

Il Transylvania che carica truppe per i fronte di guerra del Mediterraneo

Il 3 maggio 1917 il piroscafo parte verso sera da Marsiglia, sede di una base militare inglese, per dirigersi in Oriente ad Alessandria d’Egitto trasportando le truppe per combattere i Turchi Ottomani in Palestina. Imbarca circa 3.000 uomini di vari corpi e reggimenti dell’esercito britannico. Oltre ai uomini dell’equipaggio della Marina Mercantile , vi sono 64 infermiere della British Red Cross Society.

soldati britannici imbarcati sulla coperta del Transylvania

Il Transylvania è scortato da due cacciatorpediniere giapponesi, il Matsu e il Sakaki. E partendo da Marsiglia, si dirige verso Genova con una rotta molto vicina alla costa per evitare attacchi al largo dei sommergibili e facilitare anche i soccorsi nel caso di siluramento.

L’ U – 63

Ten. di vascello Otto Schultze

Nelle settimane precedenti il sommergibile tedesco U – 63, al comando del tenente di vascello Otto Schultze, partito dalla base di Pola, naviga per il Mediterraneo orientale mietendo molte vittime: dal 25 marzo al 5 aprile, 6 navi di tonnellaggio modesto – dai 2.000 ai 4.000 tonnellate -vengono affondate. Dopo è possibile che il sommergibile sia tornato alla base adriatica per rifornimento.

26 Giugno 1919 – sommergibile U – 120 nel porto di Savona

Successivamente il sommergibile supera lo stretto di Messina e il tenente Schultze fa una strage: affondando, il 28 aprile, la Carmelo Padre [74 tonn.], Giuseppe Padre I [102 tonn.], Giuseppina G. [100 tonn.], I Due Fratelli P. [100 tonn.], il Karonga [4.665 tonn.],il Natale B. [55 tonn.] e il San Francesco di Paola [41 tonn.].

Dopo la serie di affondamenti il sommergibile tedesco si dirige nel Mediterraneo occidentale, verso il Mar Ligure. Il 3 maggio, al largo di Rapallo, viene affondato il piroscafo Washington [5.080 tonn] segnalando la presenza di sommergibili tedeschi nel Mar Ligure.

Il tragico affondamento

E’ la mattina del 4 maggio 1917, il R.M.S. Transylvania naviga a zig-zag e scortato per evitare attacchi sottomarini. Si dirige verso Genova e arriva al traverso di Spotorno.

La costa savonese nel 1917 vista dal monte Beigua

La Grande Guerra del 1914-18 vide per la prima volta l’uso del sommergibile e di altre armi devastanti. E’ per questo che la difesa da attacchi sottomarini era molto difficile e solo nella Seconda guerra mondiale arrivarono tecnologie e sistemi di ingaggio adeguati alla difesa di convogli ma all’inizio l’impatto degli U-Boot fu, di nuovo, devastante e l’Inghilterra rischio nuovamente il collasso.


Ricostruzione dell’attacco al R.M.S. Transylvania del comandante Otto Schultze

Alle 10.45, secondo il diario di bordo dell’ U – 63, appare all’orizzonte annebbiato, al periscopio di Schultze, un piroscafo a due fumaioli – il Transylvania – scortato da due cacciatorpediniere.

Savonesi che, saputo dell’accaduto, si riversano sulla costa per assistere alla tragedia. Qui al Prolungamento – ore 11.30 del 4 maggio

Poco dopo, alle 11.17, il sommergibile lancia un siluro da una distanza di 1.000 metri e colpisce il lato sinistro del piroscafo all’altezza della sala macchine. La nave sbanda notevolmente. Il Transylvania vira verso la costa per cercare di arenarsi e inizia le operazioni di salvataggio calando le scialuppe. Uno dei cacciatorpediniere, il Matsu, si avvicina e accosta la nave e inizia a trasbordare i passeggeri del Transylvania. Le prime a scendere sono le crocerossine inglesi. Le operazioni non sono semplici: le condizioni meteorologiche sono avverse, mare mosso e forte vento di tramontana che rendono il tutto molto difficile.

ore 12.35 del 4 maggio – unico documento fotografico dell’affondamento ripreso da un ufficiale britannico a bordo di una scialuppa.

A bordo è la confusione generale, tutti cercano di raggiungere la coperta. La nave inizia a suonare le sirene di soccorso.

Per assicurare l’affondamento del piroscafo, il comandante Schultze lancia un secondo siluro da poppa, sono le 11.39, da 350 metri di distanza, colpisce sempre il lato sinistro ma a prua nel mentre fervono le operazioni di soccorso: l’esplosione strappa gli ormeggi e fa retrocedere il cacciatorpediniere giapponese Matsu.

Il cacciatorpediniere giapponese Matsu arriva al porto di Savona con una gran parte dei soldati trasbordati dl Transylvania.

Il secondo caccia giapponese, il Sakaki invece, attua una rotta per difendere il piroscafo e dopo l’ultimo attacco individua il periscopio nemico e si dirige verso di esso per speronarlo. L’ U – 63 vedendo il pericolo si inabissa a 45 metri e fugge dallo scontro.

Alle 12.20 la nave inizia ad affondare, le operazioni di salvataggio sono ancora in corso: su 3.500 uomini a bordo, 270 trovano posto sulle scialuppe e zattere e molti atri vengo trasbordati sui due caccia giapponesi. Dal porto di Savona partono due cacciatorpediniere italiani, il Corazziere e il Garibaldino, e due rimorchiatori, il Savona e America II e traggono in salvo molti altri naufraghi.

I pescatori nolesi insieme al sindaco Giuseppe Ronco

22 naufraghi vengono recuperati da 4 barche da pesca con 24 uomini, che dalla spiaggia di Noli, coraggiosamente e a forza di remi, raggiungono il luogo dell’affondamento.

6 maggio 1917 – funerali delle vittime, si noti in primo piano il drappello d’onere dei marinai giapponesi, armati e con cappelli bianchi, dei caccia che scortarono il Transylvania.

Le vittime ufficiali saranno 407. E 89 salme saranno inizialmente recuperate tra Vado Ligure e Pietra Ligure. Il 12 maggio sulla spiaggia di Bordighera saranno rinvenute altre due salme. Ben 34 salme saranno trasportate dalle correnti fino in Spagna, Principato di Monaco e Francia e seppellite in cimiteri della Riviera. Attualmente nel cimitero di Zinola riposano 96 caduti del Transylvania.

il carro funebre scortato da soldati e marinai britannici

Il 6 maggio 1917, Savona da l’ultimo saluto alle vittime britanniche accompagnandole dall’Ospedale San Paolo al cimitero di Zinola. Decine di migliaia di persone seguono l’imponente funerale. Il corteo d’onore accompagna le salme: la Banda del 41 Reg.t Fanteria di Savona, 30 soldati inglesi armati e drappello di 50 marinai giapponesi armati, 72 fanti armati del 41 Reg.t Fanteria, 30 Bersaglieri armati del 5 Reg.to di Savona, clero anglicano, console inglese e il carro funebre scortato da 100 militari disarmati della Marina e dell’Esercito Britannico, le 43 Società civili cittadine e, infine, 30 artiglieri armati del 1 Reg.to di Savona.

Il corteo funebre in corso Colombo. Foto di Felice Lavagna, queste vennero pubblicate verso la fine di maggio 1917 dal “Daily Mail” di Londra

Per via della censura di guerra la notizia non dilaga subito e comunque non del tutto anche dopo la guerra con la censura fascista: vennero coniate medaglie dal Re Giorgio V a ricordo di chi si distinse nel salvataggio dei naufraghi del Transylvania e consegnate due anni dopo l’accaduto, ma il governo fascista le riconsegnò al Governo britannico per via delle sanzioni del 1936.

Solo il 24 maggio 1917 venne resa pubblica la notizia in Inghilterra dall’Ammiragliato di Londra.

la cerimonia funebre celebrato dal clero anglicano

Dal 7 al 10 maggio 1917, i circa 3.000 superstiti del Transylvania partirono dalla stazione con i saluti della popolazione.

Immagini della partenza dei soldati superstiti dalla Stazione di Savona tra il 7 al 10 magio 1917

Circa 800 uomini il 7 maggio, lo stesso anche il giorno seguente e 700 uomini il 9 maggio e i rimasti il 10. Un certo numero di uomini però non si presentò all’appello e a causa di difficoltà di informazioni sulla posizioni di essi, non si sapeva come contattarli.

4 soldati britannici, ospitata in una cascina di Montenotte della famiglia Lavagna

Questi naufraghi vennero ospitati in lontani casolari. Comunque qualche giorno dopo tornarono nella base di Marsiglia con gli altri commilitoni, rischiando una condanna per diserzione.

terrazzo del famoso e scomparso Albergo Svizzero, che sorgeva a fianco del Teatro Chiabrera, dove alloggiano alcuni alti ufficiali britannici e J. Geary D.S.O., nella foto sono presenti le crocerossine sopravvissute, le patronesse della Croce Rossa savonese e militari inglesi e italiani.

I soldati ospitati ricevettero calorose manifestazioni, al Teatro Wanda venne data una festa di addio prima della partenza dei soldati. Nella piazza del Teatro Chiabrera si radunano i superstiti per raggiungere la Stazione. Nella piazza sorge il famoso Hotel Svizzero dove ospita gli alti ufficiali britannici superstiti del Transylvania e il comandante J.Geary D.S.O., che dai scalini del Teatro saluta e ringrazia l’affetto e la simpatia della popolazione.


Il testo inciso sulla lapide alla base della croce sul promontorio Predani, antistante l’isola di Bergeggi. Il monumento ha avuto più modifiche e la croce è stata eretta dal Governo Britannico nel 1922.

..A CIRCA DUE MIGLIA E.S.E. DA QUESTO PUNTO IL QUATTRO MAGGIO 1917 IL TRASPORTO BRITANNICO TRANSYLVANIA VENNE AFFONDATO DAL COMUNE NEMICO DEI 407 UFFICIALI E SOLDATI CHE ALLORA PERIRONO AL SERVIZIO DELLA PATRIA 89 RIPOSANO NEL VICINO CIMITERO DI ZINOLA.

QUESTA CROCE È POSTA IN MEMORIA DEI GLORIOSI ESTINTI E IN TESTIMONIANZA DELLA GRATITUDINE IMPERITURA DEL POPOLO BRITANNICO VERSO GLI ABITANTI DI QUESTI LIDI PER IL GENEROSO LORO SOCCORSO AI SUPERSTITI…


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