La riqualificazione dell’ ex San Paolo, o, come è meglio noto a noi savonesi, dell’”Ospedale vecchio“, è ormai realtà, nonostante non siano ancora del tutto terminati i lavori all’interno della struttura, nella quale sono ancora previste costruzioni di uffici, negozi e abitazioni.

Sono passati circa 4 anni dall’apertura del cantiere, che vedeva  l’edificio risalente alla metà del 1800 in forte declino e destinato ormai alla rovina. La scelta di modernizzare e rendere di nuovo agibile la struttura è, secondo noi, un’ottima scelta da parte della giunta comunale, ma, forse, potevano essere considerate altre necessità.

Ma andiamo con ordine, partiamo dalla storia:

La nascita del San Paolo

come possiamo leggere dal nuovo sito creato apposta per la messa a nuovo dell’edificio (http://www.sanpaolospa.it/index.html), sappiamo che l’ospedale venne inaugurato il 14 ottobre 1857, a 15 anni dalla nascita del progetto a cura di Carlo Sada e realizzato dall’ ingegnere civico Giuseppe Cortese.

Posto proprio nel centro città, l’edificio è fin da subito di un’ importanza strategica fondamentale, poiché è proprio dall’ospedale che comincia lo sviluppo urbano della Savona che conosciamo oggi, con la costruzione di strade e nuovi edifici che dal centro si propagano verso la periferia. La scelta dello stile moderno dell’edificio è d’esempio per la costruzione delle strutture savonesi successive, come il teatro Chiabrera (con l’inizio della sua realizzazione nel novembre 1850) e della vecchia stazione (con l’apertura dei cantieri nel 1881). Il processo creativo della città ortogonale è ormai avviato, grazie alla costruzione del “nuovo” ospedale.

I vari cambiamenti nel corso del tempo

Già all’epoca l’ospedale era predisposto ad altre funzioni, infatti la struttura, prima di divenire ospedale, ospitò contemporaneamente un asilo infantile (dal 1854 al 1871), una scuola di disegno e la Pinacoteca Civica (dal 1868 fino ai primi anni del 1900).

A causa della mancanza di spazio dovuta al susseguirsi delle evoluzioni ospedaliere, alla struttura venne aggiunto nel corso degli anni un intero piano, e questo fu possibile grazie alla solidità dell’ immenso edificio. I diversi lavori vennero svolti  tra il 1905 ed il 1931, partendo dal progetto dell’ ingegnere Damonte che, nonostante affidandosi ai nuovi mezzi di costruzione come il moderno calcestruzzo, riuscì a mantenere l’impostazione neoclassica dell’edificio.

La chiusura dell’Ospedale per il Valloria

La struttura conserva la sua funzione di ospedale fino al gennaio 1991, data che sancisce il definitivo trasferimento nella sede attuale dell’ospedale San Paolo, in Valloria. L’edificio non riesce più a rispondere adeguatamente alle esigenze dell’organizzazione ospedaliera il continuo divenire.

Da qui la storia dell’ormai ex ospedale di Savona vede il completo inutilizzo della struttura, e la città perde sicuramente un luogo solido nel quale istituire nuove funzioni , come servizi, scuole ecc..

La Nuova rinascita

Fortunatamente, come in tutte le belle storie, c’è speranza, e l’ospedale vede una sua rinascita a partire dal 4 luglio 2003, quando viene indetta la gara per la scelta dell’acquirente, che oltre alla miglior offerta dovrà presentare un progetto con protagonista l’edificio ed il suo recupero e rinnovamento.

Il progetto migliore viene presentato dall’architetto catalano Ricardo Bofill, che nella sua idea detta le linee guide del lavoro, che viene ultimato ed inaugurato a maggio 2020.

immagine del progetto, con la nuovissima piazza
Sandro Pertini, inaugurata da poco

Arriviamo quindi ad oggi, con una struttura monumentale nel pieno centro di Savona completamente ristrutturata e pronta ad una nuova vita, dove, come enunciavamo ad inizio articolo, potremo trovare uffici, negozi e abitazioni.

Progetto finito, occasione persa (?)

Non fraintendeteci, siamo molto contenti che questo immenso edificio sia stato completamente ristrutturato e che la sua bellezza possa essere visitata in sicurezza dai cittadini savonesi e non, siamo però abbastanza delusi dall’utilizzo che la struttura avrà in questi anni.

Sappiamo benissimo che per il completamento della ristrutturazione e del progetto il comune sia dovuto ricorrere a molti fondi privati, e che i privati, come è logico che sia, se prima investono dopo vogliono il guadagno, e quindi la presenza di negozi, bar, uffici e case sembra l’unica via di guadagno possibile.

Siamo dispiaciuti perché, ad oggi, il progetto non prevede la presenza di servizi ASL, che collocati in centro città e non nei luoghi più disparati (per citarne alcuni, i consultori di via Zara a Villapiana e via Chiappino a Legino, il centro giovani in via don Bosco) risulterebbero certamente più comodi a tutti, essendo la struttura facilmente raggiungibili a piedi o con i mezzi pubblici. Oltre ai servizi, in centro città risulterebbe molto utile un primo soccorso, per evitare casi di sovraffollamento al pronto soccorso in Valloria, dirottando i diversi casi di “codice bianco” in centro, così da ridurre il tempo all’interno degli ospedali da parte dei cittadini.

In seguito ci vengono in mente i servizi come la biblioteca, che posizionata dove è ora a Monturbano risulta scomoda a tutti, in particolar modo agli anziani, essendo molto distante dal centro cittadino.

In chiusura, pensando ai giovani, l’”ospedale vecchio” poteva benissimo diventare un istituto scolastico, avendo a disposizione la possibilità di creare al suo interno molte aule, laboratori all’avanguardia, ponendo Savona come una città che pensa anche ai giovani (nonostante sappiamo bene di essere la provincia “più vecchia” d’Italia, con un rapporto over 65 – under 15 del 264,7% , con un età media che sfiora i 50 anni) e alla loro cultura, e non solo al loro divertimento con discoteche, locali e negozi.

In rosso, l’edificio visto dall’alto, posto in pieno centro cittadino.

Speriamo che questo articolo possa essere per voi lettori un elemento di riflessione, e vi invitiamo a pensare a tutte le occasioni perse che Savona ha avuto nel corso degli anni, in ultimo la ristrutturazione dell’ ex San Paolo, destinato ormai al business e non ai cittadini, visti solo come una fonte di guadagno.

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